COVID: 10 consigli per chi si prende cura degli anziani

La guida, realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS)

L’Istituto Superiore di Sanità, ha voluto porre maggiore attenzione a quella fascia di popolazione particolarmente fragile: gli anziani.
L’ISS ha realizzato e divulgato, in 8 lingue diverse, una guida per tutti coloro che quotidianamente si prendono cura delle persone anziane.

Quali sono le norme riportate dall’Istituto Superiore di Sanità?

Qui di seguito riportiamo il Decalogo dell’Istituto Superiore di Sanità con i 10 consigli da seguire, in casa e fuori, per proteggere la salute degli anziani e di chi li assiste.

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Quali regole utilizzano i medici per identificare sintomi gravi, moderati e lievi del Covid-19?

Possono fare riferimento alle indicazioni di Oms, che definisce il sintomatico Covid come una persona con un test di amplificazione degli acidi nucleici (Naat) positivo per Sars-CoV-2 in assenza di sintomi. Nel paziente sintomatico lieve invece il Covid-19 si presenta senza segni di polmonite virale o ipossia.

Quando posso gestire a casa un paziente con sintomi Covid-19 ?

Per i soggetti positivi al Covid-19, il primo step è la valutazione clinica che viene fatta caso per caso. Dopo tale valutazione è possibile sapere se il paziente può essere isolato e curato a casa. Pazienti che non hanno sintomi o dove la malattia si presenta con sintomi lievi possono essere assistiti a casa. Da questa categoria vanno esclusi sempre tutti le persone con età maggiore di 60 anni, e con patologie come fumo, obesità, diabete mellito, problemi cardiaci, polmonari o renali, persone immunodepresse o con cancro. Per tutti questi casi anche in presenza di sintomi lievi va sempre richiesto un intervento medico.

Come curare la febbre da Covid-19 a casa?

L’OMS raccomanda di prestare i giusti trattamenti per febbre e dolori associati all’infezione, inoltre di assicurare della corretta nutrizione e idratazione al malato di Covid-19.
Nello stadio precoce e domiciliare, per la febbre viene suggerito di usare il paracetamolo. Nella sindrome simil-influenzale Covid-19 correlata, sono ritenuti efficaci i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), inclusi l’acido acetilsalicilico e l’ibuprofene che contribuiscono a contrastare il peggioramento della malattia. Va sempre prestata attenzione a non eccedere con l’uso e a valutare in tempo i possibili effetti collaterali che i FANS possono produrre su reni, fegato, stomaco e cuore.

Come fare una prima valutazione clinica a casa per un malato di Covid-19?

Il saturimetro o pulsossimetro sono strumenti appositi, utilizzabili in casa e in grado di valutare la saturazione di ossigeno nel sangue. Basta eseguire sul malato un test sia a riposo che dopo uno sforzo, per esempio il test del cammino o della sedia. In caso venga riscontrata carenza di ossigeno in pazienti affetti da Covid-19 è importante valutare l’eventuale necessità di terapie specifiche : ossigenoterapia od ospedalizzazione.
Altro parametro importante e valutabile da casa è la frequenza respiratoria. Un respiro rapido e superficiale è sinonimo di tachipnea e non va trascurato. La tachipnea negli adulti è definita dalla presenza di più di 20 atti respiratori/minuto, considerando che 10-20 atti respiratori/minuto rappresentano il limite della norma.
Se invece il respiro è rapido ma profondo si parla di iperventilazione che può avere origine da altre problematiche non legate a peggioramento della sindrome da Covid-19.

Quando ricoverare un malato di Covid-19?

Se non c’è una adeguata assistenza domiciliare è bene valutare subito la decisione di ricoverare l’ammalato di Covid-19. L’ossigenoterapia è praticabile a casa se la frequenza respiratoria supera i 20 / atti minuto e la saturazione di ossigeno è uguale o inferiore al 92% o al 90% in pazienti con BPCO.
I pazienti che non rispondono bene all’ossigenoterapia, quindi hanno segni vitali instabili e dove la saturazione di ossigeno (misurata con il saturimetro) è inferiore al 92% (limite di sicurezza) e cala rapidamente nell’arco di due ore, vanno subito portati in ospedale.

Come si cura un malato Covid-19 a casa se ha necessità di un trattamento antivirale?

Se un malato di Covid-19 ha necessità di un trattamento antivirale non lo può ricevere con terapia domiciliare. Farmaci come il lopinavir / ritonavir sono risultati inefficaci nel trattamento del Covid-19.
Mentre il Remdesevir risulta maggiormente efficace ma non può essere somministrato a casa, quindi il paziente deve essere ospedalizzato ed avere già nella fase iniziale della malattia un coinvolgimento polmonare.

Serve somministrare idrossiclorochina o clorochina a un paziente Covid-19 in cura a domicilio?

Non è stata trovata alcuna prova che dimostri l’efficacia nell’uso di idrossiclorochina o clorochina. Pertanto, per la cura di pazienti Covid-19, attualmente non ci sono indicazioni sul trattamento con idrossiclorochina o clorochina.

Serve la profilassi antitrombotica per i pazienti Covid-19 a casa?

Ad Aprile 2020, l’Agenzia Italiana del farmaco (AIFA) ha incluso l’eparina (EBPM) tra i farmaci per il trattamento del paziente con Covid-19.
Nel caso di pazienti costretti a letto per diverse settimane e con sintomi respiratori acuti, l’eparina a basso peso molecolare può prevenite il tromboembolismo polmonare. Vanno controllati e rispettati i tempi e i metodi di dosaggio, che sono diversi per ciascun paziente.

Quando serve somministrare steroidi ai pazienti Covid-19 assistiti a casa?

L’OMS raccomanda l’uso di steroidi nel COVID-19 solo per malattia severa, la maggior parte di malati Covid-19 curati a casa non si trovano in uno stato grave è quindi l’uso di steroidi è limitato. I pazienti in una fase iniziale di malattia potrebbero essere svantaggiati dall’uso di steroidi perché gli stessi potrebbero causare un ritardo nella eliminazione del virus e potrebbero ridurre la proliferazione dei linfociti, importanti per l’attivazione del sistema immunitario.

È utile usare antibiotici per curare pazienti Covid-19 a casa?

L’uso di antibiotici su pazienti Covid-19 deve essere scoraggiato e non dovrebbe essere prescritto per l’uso a casa, a meno che non ci sia un forte sospetto di una superinfezione batterica.
Ma spesso queste infezioni non si sviluppano in una terapia domiciliale ma si sviluppano in terapia intensiva e durante la ventilazione meccanica.
Quindi la terapia antibiotica per l’infezione da Covid-19 risulta inefficace e non raccomandata.

Gli integratori alimentari possono prevenire o curare il Covid-19?

Alcuni integratori sono stati proposti come utili per la malattia Covid-19 ma pochi sono stati clinicamente
studiati. La lattoferrina ha proprietà antinfiammatorie e immunomodulatorie, è stata proposta come profilassi ma non ci sono studi clinici che ne dimostrino la reale efficacia.
Da studio osservazionale è risultato che la carenza da vitamina D era più frequente nelle forme severe di Covid-19 che portavano al ricovero in terapia intensiva, quindi si suggerisce l’uso di vitamina D per prevenire o trattare il Covid-19 ma anche in questo caso non esistono abbastanza studi che possano realmente dimostrarne l’efficacia.

Che tipo di farmaci saranno disponibili per la cura a domicilio del Covid-19?

In futuro saranno disponibili nuovi farmaci, anticorpi monoclonali e nuovi antivirali che se utilizzati a casa potranno contrastare il peggioramento della malattia da Covid-19 e contribuire a ridurre la necessità di portare gli ammalati in ospedale.

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